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OSTIA, LA MAFIA E I GIORNALISTI

Ricevo e volentieri pubblico: "Vi racconto Ostia" di Stefano Faraoni

 

Credo di avere titolo per parlare. Intanto a Ostia ci sono nato, e conosco perfettamente, palmo a palmo, tutto il territorio municipale. L'ho vissuto e lo vivo come lavoratore, come cittadino, come amministratore. A Ostia non c'è la mafia. Qui c'è la violenza pura, terribile, quasi cieca dell'abiezione frammista a arroganza e ignoranza. Col passare degli anni, questo ambiente parzialmente pasoliniano si è evoluto, o involuto se volete, in forme di criminalità più avanzata e strutturata che non si limitano al piccolo spaccio e si diramano verso strade più articolate e complesse di malaffare. Ma la violenza è la stessa di quaranta anni fa, quando qualcuno venne massacrato barbaramente all'Idroscalo, e il Paese, e non solo, si fermò davanti a quel lenzuolo macchiato di rosso, sotto il quale stava un relitto di cultura vera. 

 

Non c'era bisogno di chiamare Ostia “mafiosa” perché la mafia è un'altra cosa: non aspetta col bastone chi vuole farti un'intervista, non lo picchia selvaggiamente davanti a mezzo mondo, non gli corre appresso non paga e ansimante. La mafia dice al giornalista che vota tutti i simboli politici, dalla destra al centro, alla sinistra. Il giornalista manda il pezzo, va a dormire. Il giorno dopo mette in moto la macchina e la macchina salta in aria. Questo è.

 

Ma forse la gente ha bisogno di sentire questo nome: mafia. E non le si possono dare nemmeno tutti i torti, visto che per far arrestare quel barbaro hanno dovuto appiccicare addosso a quell'uomo l'aggravante del contesto mafioso. Come se quelle immagini terribili trasmesse in tempo reale, che ora sono virali, non bastassero a integrare una flagranza, un'evidenza che più evidenza di così non si può.

No, bisognava pronunciare quel nome, affinché l'opinione pubblica fosse più soddisfatta, affinché si trovasse uno strumento idoneo per arrestare una persona. E pochi si sono fatti la domanda. Ma che società è questa che non è in grado di arrestare subito una persona che ha commesso un atto tanto grave, e si è dovuta inventare l'aggravante del contesto mafioso? Che civiltà giuridica è questa?

E quei poveri lavoratori giornalisti? Con loro come la mettiamo? Se l'aggressore non fosse stato mafioso, non avrebbero avuto allora diritto a vederlo dietro le sbarre? Che società è questa, dove ci vantiamo sia nato il "diritto" oltre duemila anni fa? C'è qualcosa di profondo che non funziona. 

 

Mia povera Ostia. Io non ero legato a te, come il contadino è legato alla sua terra e il pescatore è legato al suo mare. Ma ora lo sto diventando: adesso mi sento più legato a te, più vicino a qualcosa, direi anche a qualcuno; io ora mi sento non solo nato da te, ma nato in te. Come il contadino con la sua terra; come il pescatore col profumo salato del suo mare.

 

#StefanoFaraoni

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