Arriva dal mondo dell’associazionismo no profit la sfida per recuperare le terre agricole dismesse e rilanciare l’agricoltura, e quindi l’economia, del territorio: l’Associazione “Terre di Alessandria” presenta il progetto “Indagine pedoclimatica ed epidemiologica della viticoltura nel territorio di Alessandria del Carretto”.
L’obiettivo dell’iniziativa è valorizzare i terreni agricoli incolti, abbandonati o non adeguatamente utilizzati di Alessandria del Carretto, un borgo nel cuore del Parco del Pollino situato a circa 1000 metri sul livello del mare e che conta 45 anime. L’intento è di rivitalizzare la tradizione legata all'agricoltura di questo territorio, attraverso l’inclusione sociale e lavorativa di persone in condizione di disagio, offrendo nuove opportunità ai giovani e favorendo l’introduzione di innovazioni tecnologiche e colturali.
Che le aree interne e montane si stiano spopolando, è un’amara verità. Ed è soprattutto nelle zone appenniniche della Calabria che il fenomeno si fa più vistoso. Nell'immaginario collettivo questo processo sembra essere naturale e ineluttabile, perché le opportunità offerte dalle aree urbanizzate e costiere appaiono decisamente migliori. Tuttavia il fenomeno porta con sé conseguenze economiche, ambientali e sociali importanti. L’abbandono di queste aree, infatti, significa indebolire le attività economiche – quali agricoltura, allevamento e turismo – che in questi contesti trovano la vocazione più naturale possibile. Al tempo stesso espone il territorio a rischi ambientali (incendi, dissesti idrogeologici, incuria del paesaggio) che si ripercuotono sull'intera collettività. Dal punto di vista sociale, la fuga dai territori montani rende più costosi alcuni servizi essenziali per i cittadini, dai trasporti alle comunicazioni, dai servizi sanitari a quelli scolastici.
In questo contesto di estrema fragilità, l’attività dell’Associazione “Terre di Alessandria”, appare ancora più lodevole giacché un gruppo di amici, giovani disoccupati e professionisti, legati dal profondo amore per la loro terra e per l’ambiente, hanno deciso di farsi carico di queste problematiche e lanciano un’idea vincente volta a sostenere l’agricoltura del territorio.
Lo scopo del progetto presentato dall'Associazione “Terre di Alessandria”, è di rallentare l’esodo e di rilanciare l’agricoltura di quest’area preziosa del Pollino. Ovviamente per raggiungere tale intento è necessario intervenire anche sotto il profilo sociale, introducendo un approccio culturale in grado di restituire appetibilità alla montagna. Ma come riuscirci se anche norme nazionali che disciplinano gli aiuti, in riferimento ai territori montani interni, utilizzano aggettivi come “marginali” o “svantaggiati”? E di quali “svantaggi” si parla? Non certo di quelli “naturali” considerato che in questi territori qualità dell’aria, del cibo e delle risorse naturali garantisce un benessere potenzialmente più elevato che altrove. Gli svantaggi ci sono, ma sono infrastrutturali, dovuti essenzialmente a mancati investimenti. Perché evidentemente, al di là dei proclami, l’atteggiamento delle istituzioni finisce quasi sempre per concentrare le attenzioni e gli interventi di cura del territorio prevalentemente nelle aree urbane e costiere, dove, non a caso, si concentra anche il maggior numero di persone.
In attesa di una politica più lungimirante che miri a creare le condizioni affinché le persone restino e tornino a vivere nelle aree montane, a cominciare dai giovani, i soci di “Terre di Alessandria” si sono rimboccati le maniche. Attraverso studi preliminari e sperimentazioni, si vogliono recuperare i vigneti storici e introdurre nuove qualità di uva per arrivare alla produzione di vini di alta qualità.
Si tratta di un progetto ambizioso, certo, ma l’unico possibile per il rilanciare un'area a vocazione agricola. La riscoperta dell’identità di Alessandria del Carretto attraverso anche la sua vocazione vitivinicola, insieme a una più efficace gestione del patrimonio ambientale, sono i due elementi importanti di sviluppo territoriale che l’Associazione ha coniugato.
Un obiettivo preliminare del progetto riguarda il recupero di dati storici e statistici sulla viticoltura zonale, sullo stato di conservazione dei vitigni storici e sulla caratterizzazione pedoclimatica delle aree vitate per capire quali vitigni si adattano meglio ad Alessandria del Carretto. Fatti questi studi preliminari, si passerà alla sperimentazione vera e propria. Una volta analizzati i dati sperimentali, si passerà all'impianto dei nuovi vitigni, alla costruzione di una cantina e alla realizzazione di un vigneto sperimentale per continuare a studiare le varietà di uva e le tecniche di coltivazione.
Grazie, dunque, ai soci Sandro Adduci, Vincenzo Adduci, Enzo Adduci, Sandro Basile, Vincenzo Gaudio, Alessandro Larocca, Angelo Osnato, Franco Geppino Leone, Nardo Larocca, Sandro Napoli, Paolo Napoli, Gaetano Rusciano, Giovanni Veneziano, Vuodo Alessandro, Pasquale Napoli e Peppino Leone, per questo progetto che vuole favorire la diffusione di pratiche innovative e solidali in aree dimenticate ma di grande interesse naturalistico, in connessione all'agricoltura e in funzione della tutela e della valorizzazione del territorio e dell’ambiente.
Info e Contatti
Associazione "Terre di Alessandria"
Presidente: Adduci Vincenzo
Vice Presidente: Leone Giuseppe
Segretario: Napoli Pasquale
Tel.: 345 46 14 820/340 90 49 599
e-Mail: terrealessandria@gmail.com
Eleonora Gitto
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Antonio (lunedì, 11 giugno 2018 19:08)
I residenti slno 470. No 45 .
Una bellissima iniziativa che speriamo.possa portare un po di innovazioe e posti di lavoro per i giovani. Ma purtroppo Alessandria del Carretto era ed è ancora oggi.un paese DIMENTICO dalle istituzioni.